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ISTAT si arrende: impossibile stabilire quanto guadagnano i parlamentari

Questa mattina il presidente dell'ISTAT, Enrico Giovannini, incaricato di effettuare un'indagine sui compensi percepiti dai parlamentari, ha rimesso il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica, dichiarando che è stato impossibile stabilire con certezza quanto guadagnano i parlamentari, impossibile effettuare un confronto con gli altri stati europei e che è necessario cambiare le norme, troppo poco chiare.

 

Ci sono voluti mesi (l'incarico fu affidato dal governo Berlusconi) per arrivare a queste conclusioni?

 

Mi viene subito da pensare che, in ottica aziendale, uno che non riesce a svolgere un compito per cui gli sono stati dati mesi di tempo (e una proroga visto che i risultati erano attesi per il 31 dicembre) sarebbe stato licenziato in tronco, invece Giovannini è ancora al suo posto, come un buono ed efficiente dipendente.

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Volendo, poi, fare un pò di umorismo (della serie: non ci resta che ridere), alla domanda "quanto guadagnano i parlamentari italiani?" la risposta è elementare: troppo!

 

Se si vuole rapportare il guadagno di un parlamentare alla sua produttività, in quel caso il parlamentare italiano dovrebbe, a mio parere, scambiarsi lo stipendio con un bidello o con uno spazzino, che sicuramente producono di più e contribuiscono a mantenere pulito l'ambiente in cui lavorano, mentre i parlamentari spesso lo inquinano.

 

Ultimamente, poi, non si fa che parlare di frodi alle casse dei partiti, prima la Margherita, poi la Lega, chi sarà il prossimo?

Andando all'origine c'è da domandarsi perchè i partiti dispongono di tutto quel denaro? 

Negli Stati Uniti la campagna elettorale è finanziata direttamente dai candidati, che raccolgono fondi verso lobby e supporter, sistema criticabile per certi aspetti (pressioni sulle strategie politiche), ma sicuramente più chiaro e meno truffaldino del sistema di rimborsi elettorali in vigore nel nostro paese.

 

Proprio stamattina, il Presidente Napolitano ha inviato una lettera ai partiti e al governo in cui chiede di emanare norme più chiare sui rimborsi elettorali e sui finanziamenti ai partiti. Con tutto il rispetto che ho verso il nostro Presidente della Repubblica, quella lettera mi pare una presa in giro per gli italiani.

Lo si scopre solo ora che il sistema è marcio e con buchi enormi nel regolamento?

 

Andiamo, un sistema dove lo Stato finanzia i partiti con soldi pubblici non in base a quanto speso, ma in base ai seggi conquistati, è tutt'altro che chiaro e può dirlo anche uno studente di scuola primaria.

 

Vi rimando al sito "La Politica Semplice", dove il nostro sistema è messo a confronto con quelli utilizzati negli altri stati europei, bisognerebbe farlo leggere ai parlamentari italiani, magari proverebbero un pò di vergogna.

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