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L'ONU chiede di vigilare sull'AGCOM

Leggo oggi due notizie che mi sembrano più che collegate, la prima è l'abbandono della nuova norma antipirateria da parte del presidente uscente dell'AGCOM, Corrado Calabrò.

 

In sintesi, Calabrò ha preferito passare la parola al Governo Monti e al Parlamento, per decidere su una norma che avrebbe dato molto potere ad un ente amministrativo (l'AGCOM appunto), consentendogli di oscurare siti e comminare multe senza che fossero interpellati giudici e tribunali.

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Naturalmente l'abbandono di questa norma ha fatto infuriare la FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e Confindustria Cultura Italia, due organizzazioni che possiamo a tutti gli effetti chiamare lobby.

 

La seconda notizia è la richiesta ufficiale formulata dall'ONU per la supervisione dell'elezione dei nuovi membri dell'AGCOMFrank La Rue, relatore speciale dell'Onu per la libertà di manifestazione del pensiero, ritiene che la situazione nel Belpaese sia preoccupante e che siano possibili ingerenze nell'elezione dei membri.


In totale dovranno essere eletti 7 commissari, l'AGCOM è, di fatto, un organismo semi-indipendente, perchè nominato da Governo e Parlamento.


La situazione italiana, in prima analisi, è davvero particolare: restano irrisolte da tempo le questioni relative alle frequenze TV, lo sviluppo della banda larga, la competizione nel mercato della manutenzione dell'ultimo miglio e tanti altri casi che hanno implicazioni dirette sulla vita quotidiana dei cittadini, per questo diverse associazioni e forze politiche hanno chiesto che venga garantita trasparenza nelle nomine.


In sostanza, l'ONU ci paragona ad uno dei tanti stati in cui vige la dittatura e, durante le elezioni, c'è il pericolo di brogli e di ingerenze che possono portare alla tutela degli interessi di pochi, contro il bene della collettività.

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